Un uomo di talento ordinario sarà sempre ordinario, sia che viaggi o meno; ma un uomo di talento superiore andrà in pezzi se rimane per sempre nello stesso posto. (Wolfgang Amadeus Mozart)

 
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Foggia
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Un po' di storia

Situata al centro del Tavoliere di Puglia, Foggia é il capoluogo della Capitanata dal 1806. Un tempo era una località acquitrinosa, oggi, godendo di una posizione geografica favorevole, vi passano le vie di comunicazione, stradali e ferroviarie, che allacciano il Mezzogiorno ai paesi dell’alto Adriatico e al resto dell’Italia settentrionale.
A popolare lo sparuto centro furono i profughi della città di Arpi, gli Arpanai dal greco: pascolo di buoi. Fu fondata 438 anni prima di Roma, nel 1182 a. C.
Ricompare la sua storia in una bolla del 1069 di papa Alessandro II con il nome di Casale di Foggia.
L’imperatore Federico II di Svevia dichiarò Fovea “sede imperiale”, vi costruì nel 1223 il Palazzo-Fortezza che divenne una delle sue residenze preferite. Nella lotta contro i papi, Fovea si ribellò a quell’imperatore, che ne smantellò le mura.
Carlo I d’Angiò ne stabilì la sua dimora, vi costruì una reggia e vi celebrò le nozze della figlia Beatrice con Filippo, figlio dell’imperatore di Costantinopoli.
Gli Angioini succeduti a Carlo I ridimensionarono il prestigio di Foggia, spostarono a Napoli il baricentro del Regno e si accanirono a cancellare qualunque cosa o persona fosse stata legata al precedente governo.
Con gli Aragonesi Foggia raggiunge egemonia e splendore con l’istituzione della “Dogana della mena delle pecore” nel 1447 e successivamente del Tribunale della Dogana.
Foggia rimase centro agricolo notevole anche in età spagnola; a seguito delle rivolte provocate da Masaniello Foggia insorse insieme a Napoli e ad altre città pugliesi nel 1647. Quasi totalmente distrutta dal terremoto del 1731, si riprese come mercato cerealicolo e conobbe grande fervore di studi sotto i Borboni. Nel 1806 con Giuseppe Bonaparte la città fu nominata Capitale della Provincia di Capitanata e vi fu stabilita la Prefettura. Sede vescovile dal 1855, Foggia vede definitivamente abolita la Dogana dopo l’Unità d’Italia nel 1865.
Poi bonifiche e trasformazioni agricole del Tavoliere ne hanno accresciuto l’importanza e favorito lo sviluppo economico. Dai gravissimi danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale la città risorge con la ricostruzione assumendo un aspetto nuovo e moderno.

 

 

Da visitare

 

 

Il monumento più importante é il DUOMO, iniziato, pare, già alla fine del XII sec., ma per quel che ne rimane tutta federiciana, sono rimaste la parte inferiore delle pareti esterne, con le stesse arcate cieche che si ritrovano nelle cattedrali di Troia e Siponto.
Rimane anche la cripta, diversissima da quelle tradizionali nelle chiese pugliesi dei secoli precedenti e l’unica del 1200. E’ dedicata a Santa Maria de Fovea, l’antico nome di Foggia, da Roberto il Guiscardo a testimonianza del ritrovamento del quadro della Madonna dei Sette Veli. Guglielmo il Normanno, detto il Buono, nel 1172 fece edificare l’attuale tempio in stile romanico comunicante con la cripta.
Sul lato destro il campanile fu eretto nel 1740, sul lato opposto all’originale caduto durante il terremoto del 1731.

Il TEMPIO DI MONTECALVARIO SOTTO IL TITOLO DELLA SANTA CROCE, detto “Cappelloni delle Croci”, risale al 1693 quando il padre cappuccino Antonio da Olivadi dopo una missione di preghiera, fece piantare sette croci. Su di queste furono costruite, a spese dei cittadini, sette cappelle recanti i simboli della Via Crucis. Successivamente furono abbattute le ultime due e vennero costruite l’attuale chiesa ed il monumentale portale.

SAN GIOVANNI BATTISTA fu eretta nel 1714. In questa chiesa si verificarono le apparizioni della Madonna dei Sette Veli a Sant’Alfonso ed il miracolo dell’Addolorata che pose fine al colera del 1837.

SAN TOMMASO, come attestano molti documenti dell’Archivio capitolare é certamente la più antica chiesa di Foggia, sorta nel luogo della tradizionale “Taverna del Gufo”. Rovinata dal terremoto del 1731, fu restaurata, allora, una prima volta e, successivamente, nel 1794 e nel 1802.

Il SANTUARIO DELL’INCORONATA fu fondato nel XI sec., alla luce del ritrovamento della statua della Madonna Nera da parte di un pastore tra i rami di una quercia.

Il PALAZZO IMPERIALE fu iniziato, per ordine di Federico II, nel 1223, e fu terminato, presumibilmente, nel 1225. Resta soltanto il portale, murato in piazza Nigri sul lato del Museo.

Tipica é la conservazione del grano nelle cd. “fosse” scavate sotto il piano della piazza, da cui PIANO DELLE FOSSE. Costruite con pareti di cemento e mattoni, chiuse da un grosso blocco calcareo sormontato da un’altra pietra a forma piramidale su cui si incideva il numero progressivo e le iniziali del proprietario. Questo sistema risale ad epoca molto remota; le fosse erano circa 1000 con una capienza di 400.000 quintali di grano.

L’EPITAFFIO é posto all’inizio del tratturo che da Foggia arrivava in Abruzzo, fu eretto nel 1651 in occasione della Reintegra disposta dal reggente Ettore Capecelatro. Rappresenta la statua di un regnante, forse Filippo IV o Carlo II.

La PORTA GRANDE viene considerata una delle porte delle mura dell’antica Foggia. E’ più probabile però che il complesso facesse parte del convento dei Padri Teatini la cui chiesa, dedicata a S. Gaetano, in cui era ospitata la biblioteca comunale, é sede oggi del Liceo Musicale.

La prima pietra del TEATRO GIORDANO fu posta l’11 Novembre 1825, sotto la direzione dell’architetto Oberty. Il 10 Maggio 1828 fu aperto al pubblico il Real Teatro, che con l’Unità d’Italia, si chiamò Teatro Dauno. Dopo pochi anni il Real Teatro Ferdinando, fu dichiarato pericolante. I restauri trasformarono la facciata nell’aspetto attuale. Nel 1928 venne intitolato a Umberto Giordano.

La VILLA COMUNALE fu creata nel 1820, quando l’intendente Nicola Intonti dispose che venissero piantati gli alberi; invece il proano, di 28 colonne in doppia fila, fu costruito nel 1824, sotto la direzione degli architetti Oberty e De Tommaso. Nelle nicchie che si trovano ai suoi lati, due per parte dovevano essere sistemate le statue dei sovrani borbonici. Lo impedì la sopraggiunta unità italiana.

Il MUSEO CIVICO fu istituito nel 1930 ed inaugurato nel 1931, era formato da materiale archeologico proveniente dagli scavi garganici del 1930 e dalla città di Arpi, nonché da una notevole raccolta di monete daune, bizantine, normanne e sveve. Si é arricchito di una pregevole pinacoteca e di una sezione dedicata alle tradizioni popolari.
E’ sistemato in Palazzo Arpi e tutto il suo materiale é stato distribuito in sette sezioni: Archeologica, Tradizioni Popolari-Foggia Antica, Lapidario, Sezione Scientifica, Sezione Giordaniana, Sezione Storica.

In PIAZZA GIORDANO troviamo il monumento dedicato a Giordano, inaugurato il 26 Novembre 1961, é opera dello scultore veneziano Vio Romano.
L’effige del Maestro é circondata da sette bronzi che rappresentano le opere più significative: Mese Mariano, Siberia, La cena delle beffe, Marcella, Il Re, Fedora, Andrea Cheniér.

La FONTANA DEL SELE é detta anche dell’Acquedotto e si trova in piazza Cavour. Venne inaugurata il 21 Marzo 1924. Pare sia un’opera incompiuta di cui non conosciamo né il progetto originario né l’autore.
Essa rappresenta un’enorme stella marina e una conchiglia sostenute da un pilastro. Fu costruita per celebrare l’arrivo dell’acqua corrente in città.

La FONTANA DELLE TRE FIAMMELLE si trova in piazza del Lago ed é opera dell’architetto Pietro Lombardi. Fu inaugurata il 28 Ottobre 1928 da re Vittorio Emanuele III. In fulvo travertino, resta inciso il motto “Super Aquas Flammae”.

 

 

Folklore, feste e sagre

 

 

22 e 23 Marzo – Solenni festeggiamenti in onore della Madonna dei Sette Veli, per la benevola protezione dell’Iconavetere durante il terribile terremoto del 1731.
Quando si manifestò il sisma l’effigie, nota anche come “Sacro Tavolo”, era custodita nel convento dei frati minori cappuccini di S. Maria di Costantinopoli, quando la Madonna mostrò il suo volto ai fedeli riuniti in preghiera.
Il ritrovamento della sacra immagine ha molti aspetti leggendari, ma la fede ha mantenuto viva nel tempo la devozione. Nel 1062 o 1073, le date sono un pò discordanti, quando Foggia si chiamava Arpi, ci fu un avvenimento religioso tale da far parlare della città non solo in Puglia, quanto nelle regioni vicine. In un pantano, alcuni pastori che avevano portato ad abbeverare le pecore, scorsero galleggiare tra le canne, una tavola avvolta in alcuni panni e illuminata da tre fiammelle. I pastori riuscirono senza non poche fatiche a trascinare l’oggetto a riva e a trasportarlo nella taverna dove si riunivano la sera. La tavola era avvolta il ben sette teli che celavano l’effigie di una Madonna bizantina grande 150 cm x 80.
L’episodio colpì molto l’immaginazione degli astanti che decisero di far costruire sul posto una cappella dove meglio custodire la Madonna e accogliere i pellegrini che sarebbero affluiti per osservare con i propri occhi l’effigie. La fama di operatrice di miracoli, si sparse presto in seguito ai suoi interventi protettivi contro le calamità naturali e le malattie. Devozione ebbe dall’imperatore d’Oriente Zenone, dal vescovo sipontino Lorenzo Maiorano (490 d. C.) a sua volta diventato santo e protettore di Manfredonia, ma anche molti dotti e cultori di belle arti si recavano a Foggia per osservare e venerare la Madonna dei Sette Veli ed impetrarne la protezione.

Con il passare del tempo i drappi vennero studiati da esperti che li fecero risalire ad un periodo compreso tra l’XI e il XII sec. Nel 1781 in un documento papale l’effigie venne chiamata Iconavetere, in pratica antica, e tale nome é rimasto sino ai giorni nostri. Attualmente la Madonna é custodita in Cattedrale, dove una folla di pellegrini si riversa a partire dall’11 Marzo sino al 23 dello stesso mese, per ricordare l’intervento della Madonna durante il terremoto nel 1731 e sollecitare altri miracoli. Le sono riservate messe solenni e processioni con la partecipazione di ben 12 confraternite, fuochi d’artificio e luminarie.

 

 


 
 
 
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